La televisione italiana sta rapidamente passando al digitale. Il passaggio è agevolato dalla transizione programmata stabilita dal governo italiano e iniziata con lo spegnimento della Sardegna il 30 novembre 2008 per poi concludersi nel 2012 con il passaggio al digitale di Calabria e Sicilia.
Attualmente, su un totale di 23.6 milioni di abitazioni, 15,5 milioni, ovvero quasi il 66%, è digitale. Questo dato crescerà sino a raggiungere 21,9 milioni, ovvero il 92%, nel 2011, ad un anno dallo switch-off della televisione analogica.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto di ITMedia Consulting, Il Mercato Televisivo in Italia: 2009-2011, che descrive con dati, tabelle e grafici le trasformazioni a cui andrà incontro il mercato della televisione italiana nei prossimi anni fornendo, in maniera puntuale, stime di crescita delle diverse piattaforme, delle risorse e dei principali attori.
Il mercato della televisione italiana è destinato ad essere sempre più multipiattaforma. Se si esclude il cavo, infatti, che non si è mai sviluppato, in Italia operano contemporaneamente quattro piattaforme digitali, il digitale terrestre, il satellite, l’IPTV e la mobile TV.
Nel 2009 la televisione digitale terrestre ha superato il satellite in termini di penetrazione, raggiungendo il 35,5% delle abitazioni, contro il 27% del satellite. Entrambe le piattaforme cresceranno in termini di penetrazione, ma a ritmi differenti: il satellite, ormai vicino alla saturazione, raggiungerà il 28% di penetrazione nel 2011, mentre il digitale terrestre supererà il 56% delle abitazioni.
Poco spazio rimane all’IPTV, piattaforma emergente, che, nel 2009 è presente nel 3% della popolazione, e, con ritmi di crescita sostenuti, penetrerà, nel 2011, in circa l’8% delle abitazioni. Nonostante la scarsa penetrazione dell’IPTV, la TV su protocollo IP presenta grosse prospettive di crescita, grazie ad una maggiore flessibilità e ricchezza di offerta rispetto alle piattaforme tradizionali e ad una crescente integrazione con i servizi Internet. Agevolate da una sempre più massiccia penetrazione del broadband, queste modalità di trasmissione sono infatti alle prese con un’evoluzione dei propri modelli di business verso offerte di servizi ibridi broadcast-broadband che permettono la distribuzione di video utilizzando il set-top-box del televisore ed una connessione a banda larga (Over-The-Top TV). Attualmente l’impatto di questi servizi all’interno del mercato televisivo è piuttosto limitato ma se ne prevede uno sviluppo a breve-medio termine.
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