Media audiovisivi: regole e strumenti per promuovere l’industria europea nel mercato globale

Augusto Preta su Agenda Digitale

Il settore audiovisivo in Europa è a un bivio: sviluppare una politica volta a preservare l’industria nazionale dall’ingresso di nuovi attori globali o competere sulla scena internazionale, promuovendo gli investimenti europei e internazionali. Servono regole e strumenti adeguati. Ma quali?

contenuti audiovisivi non sono solo un’industria, ma anche un elemento essenziale di una società che condivide valori comuni fondamentali definiti come identità culturale. Ciò che è mancato all’Europa in passato – e forse manca ancora oggi – è il senso di appartenenza a un’unica comunità e la fiducia in idee e valori comuni [...]

[...] In particolare, il settore audiovisivo in Europa si trova ora a un bivio: sviluppare una politica volta a preservare l’industria nazionale dall’ingresso di nuovi attori globali, riducendo al contempo la spinta all’innovazione; ovvero competere sulla scena internazionale, come qui auspicato, promuovendo gli investimenti europei e internazionali e valorizzando così le varie componenti creative europee e nazionali del settore. [...] 

[...] I servizi VOD rappresentano quindi l’ultima rivoluzione nel settore audiovisivo. Hanno cambiato il modo in cui guardiamo i contenuti a casa e in viaggio. Hanno anche portato grandi cambiamenti nella produzione di opere audiovisive e, data la loro posizione sempre più significativa nel mercato dei servizi di media audiovisivi, svolgono un ruolo altrettanto crescente nel promuovere la produzione e la distribuzione audiovisiva nazionale ed europea. Di conseguenza, rappresentano un nuovo punto di riferimento nell’eterno dibattito sull’identità culturale europea. [...]

[...] Questo ci porta a un’ulteriore necessaria domanda: la promozione dei contenuti europei richiede ancora una regolamentazione? In questo senso, gli streamer sono riusciti a far circolare le opere europee in tutta l’UE come non era mai stato fatto prima, senza bisogno di obblighi normativi o di incentivi, poiché la direttiva SMA non era ancora in vigore. Allo stesso tempo, poiché il loro ruolo sarà sempre più fondamentale per lo sviluppo delle produzioni audiovisive europee nei prossimi anni, è essenziale continuare ad attrarre gli investimenti di questi operatori. [...]

[...] In questo scenario in rapida evoluzione, è opportuno dunque iniziare a porsi alcune domande legate alla necessità o meno di una regolamentazione. E in particolare a quale scopo? [...] Se vogliamo che non siano solo le dinamiche di mercato ad occuparsi di questo obiettivo, è chiaro che la direttiva AVMSD non è lo strumento giusto. La direttiva AVMSD si basa su un quadro settoriale specifico derivante dall’era della televisione analogica, che cerca di adattarsi a un ambiente completamente cambiato. Non tiene in debita considerazione le innovazioni dirompenti che hanno rimodellato l’industria dei media e delle comunicazioni nell’era digitale e, in pratica, è solo un improbabile tentativo di estendere, riadattare e adeguare le regole del passato al nuovo ecosistema. [...]

Augusto Preta, Agenda Digitale, 03.10.2022
 

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