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Where content meets convergence

ITMedia Consulting is a research and consulting company working in the field of digital content and media.

What distinguishes the company is its international dimension; its distinctive feature is its focus on the digital transition, content accessibility and convergence between media - internet - telecommunications.

 

ITMedia Consulting has improved its expertise by working with operators - incumbents, new entrants and regulators - on international markets and proposing itself as point of reference to face challenges of the digital environment and convergence.

An innovative approach, highly-skilled top management, an international dimension, its reputation and independence enable ITMedia Consulting to offer high-quality customized services, targeted to specific client needs.

Hightlights

La TV OTT ha la capacità di rinnovare l’industria televisiva introducendo nuovi modelli di business per gli stakeholder tradizionali, aprendo altresì la porta a una serie di nuovi competitor.

Mentre la connettività sta diventando una funzione standard nei prodotti consumer electronics, i principali produttori di televisori hanno capito che Internet e la crescente penetrazione della banda larga può fornire loro l’opportunità di includere porte Ethernet o connessioni USB wireless direttamente nel device televisivo, permettendo loro di offrire ai telespettatori un’esperienza di visione via IP, dando origine altresì a nuove prospettive di ricavo.

Nonostante i device televisivi connessi a Internet siano ancora poco diffusi, i modelli di business si stanno già sviluppando ed è fondamentale che i provider di servizi TV, gli operatori, i proprietari di contenuti e i produttori CE riescano a mettere rapidamente in pratica modelli di finanziamento efficienti.

Gli operatori di piattaforma possono monetizzare la propria base abbonati tramite i propri servizi a banda larga. Grazie all’interattività permessa dai dispositivi connessi, il consumo televisivo può aumentare e i broadcaster possono attrarre più telespettatori, trattenendoli per un periodo di tempo maggiore, mentre la pubblicità può essere promossa tramite la personalizzazione.

D’altra parte, i produttori di elettronica di consumo possono differenziare i propri device con una serie di offerte, guadagnando una quota maggiore di ricavi tramite partnership con fornitori di contenuti o aggregatori.

Nonostante ciò, i costruttori di televisori possono anche decidere di bypassare tale cooperazione e offrire loro stessi i contenuti direttamente sui propri apparecchi, come Sony sta già facendo con il portale VOD “Qriocity”, proposto su alcuni televisori e lettori Blu-ray Bravia. Tuttavia, il packaging e la selezione dei contenuti non fa parte del tradizionale know-how di questi soggetti.

Da parte loro, nonostante le minacce derivanti dalla pirateria, i proprietari dei contenuti possono anche tentare di entrare in partnership direttamente con i costruttori CE e aumentare i propri ricavi. I broadcaster mainstream ed i proprietari dei contenuti stanno iniziando a capire che la distribuzione via Internet dei contenuti creano interessanti opportunità per attrarre nuovi utenti: vengono infatti generate un numero crescente di opzioni di distribuzione alternativa da aggiungere a quelle abitualmente proposte dai broadcaster. In questa nuova prospettiva, i proprietari dei contenuti ed i service provider avranno comunque bisogno di rinegoziare gli accordi di licenza che dovranno mostrare più flessibilità e maggiore ricezione alle richieste degli utenti.

L’interesse crescente nel video online sta inoltre spingendo una serie di service provider indipendenti a tentare di entrare nel mercato televisivo: nuovi aggregatori, come Netflix e Hulu negli Stati Uniti, sono impegnati a rendere la visione over-the-top più attraente per i telespettatori e più remunerativa per i fornitori.

In sintesi, prendendo in considerazione i principali stakeholder coinvolti in questo scenario innovativo, le strategie d’azione sono comunque piuttosto differenti tra loro. Se gli operatori di pay-TV stanno cercando di monetizzare la propria base abbonati tramite servizi a banda larga, trattenendoli per un tempo maggiore, i costruttori di device si ritrovano in una nuova posizione di packager di contenuti, anche se la loro prima mission è quella di convincere le persone a connettere la propria televisione a Internet. Molti consumatori, infatti, non danno importanza alla possibilità di connettere il proprio televisore, ignorando le caratteristiche innovative del device e al contrario acquistandolo solo perché rappresenta l’ultima novità in materia di gadget tecnologico del momento. La vera sfida è dunque rappresentata dal convincere i consumatori ad utilizzare la connessione a Internet sulla TV e, se necessario, a dotarsi di un servizio a banda larga aggiuntivo a pagamento. Altrimenti, l’entusiasmo proveniente lato offerta potrebbe esser spento dalla mancanza d’interesse lato domanda.

 

 

 

 

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L’interesse crescente nel video online sta inoltre spingendo una serie di service provider indipendenti a tentare di entrare nel mercato televisivo: nuovi aggregatori, come Netflix e Hulu negli Stati Uniti, sono impegnati a rendere la visione over-the-top più attraente per i telespettatori e più remunerativa per i fornitori.

In sintesi, prendendo in considerazione i principali stakeholder coinvolti in questo scenario innovativo, le strategie d’azione sono comunque piuttosto differenti tra loro. Se gli operatori di pay-TV stanno cercando di monetizzare la propria base abbonati tramite servizi a banda larga, trattenendoli per un tempo maggiore, i costruttori di device si ritrovano in una nuova posizione di packager di contenuti, anche se la loro prima mission è quella di convincere le persone a connettere la propria televisione a Internet. Molti consumatori, infatti, non danno importanza alla possibilità di connettere il proprio televisore, ignorando le caratteristiche innovative del device e al contrario acquistandolo solo perché rappresenta l’ultima novità in materia di gadget tecnologico del momento. La vera sfida è dunque rappresentata dal convincere i consumatori ad utilizzare la connessione a Internet sulla TV e, se necessario, a dotarsi di un servizio a banda larga aggiuntivo a pagamento. Altrimenti, l’entusiasmo proveniente lato offerta potrebbe esser spento dalla mancanza d’interesse lato domanda.

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